Primo Sale

Soffio di Grano & Curiosità – Primo Sale

Primosale - Soffio di Grano & Curiosità - Luglio 2020

Primo Sale

Fresco e gustoso, dal sapore dolce le cui note delicate ricordano quelle del latte fresco.
Il Primo Sale è un formaggio fresco tipico dell’Italia meridionale, le cui origini risalgono al 1759, inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.

➡️ Si tratta di un formaggio a base di latte intero, di vacca o di pecora (talvolta misto); più raramente di capra.

➡️ La sua lavorazione è essenziale: il latte intero viene fatto cagliare, compresso nelle forme tonde (o anche rettangolari) a volte aggiungendovi pepe, erbe aromatiche, peperoncino, agrumi o altre spezie, e lasciato rassodare, per poi subire la prima e unica salatura a mano (o in salamoia).

➡️ I formaggi Primo Sale si presentano a pasta bianca, cremosa e certe volte spalmabile. Hanno un aroma tenue che ricorda il latte o la cagliata. Il sapore è tipicamente fresco, acidulo, talvolta con una lieve punta ircina (sapore tipico del latte caprino).

➡️ Dal basso apporto calorico a fronte di un ottimo apporto di calcio, il Primo Sale è un formaggio fresco e gustoso ma leggero, non essendo stagionato. Si presta dunque benissimo per accompagnare piatti freschi, farciture di torte salate, insalate e verdure, oltre che per condire primi piatti.

➡️ È un classico formaggio da compagnia, che si abbina a vini leggeri bianchi e anche rosati, serviti sempre freschi. Ma può anche essere utilizzato in cucina per dare consistenza alle pietanze.

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Pecorino

Soffio di Grano & Curiosità – Pecorino

Pecorino - Soffio di Grano & Curiosità - Giugno 2020

Pecorino

Il termine pecorino indica un formaggio prodotto con latte di pecora, il quale si differenzia da quello vaccino soprattutto per la percentuale di grasso e di caseina: infatti, a differenza di quest’ultimo ne contiene più del doppio!

➡️ Si ma… quante varianti di pecorino esistono? 

Dal famoso pecorino romano, alle saporite versioni sarde, in Italia, tra le tipologie più diffuse se ne contano oltre 40.
Tra le più diffuse troviamo: Fiore Sardo, Caciotta degli Elimi, Canestrato, Pecorino di Fossa, Casu Marzu, Toscano e pecorino di fossa.

➡️ Qual è la sua origine?

L’uso del Pecorino Romano nell’alimentazione ha origini molto antiche. Infatti, era già apprezzato dagli antichi romani che lo utilizzavano nei banchetti e durante i viaggi delle legioni. L’alta capacità di conservazione, insieme ad un ottimo valore nutritivo, ne faceva un elemento base per il rifornimento dell’esercito. Successivamente, proprio grazie alle proprietà nutritive e alla facilità di trasporto e di conservazione, la sua tecnica di trasformazione si diffuse nei secoli in Toscana e in Sardegna.

➡️ Come viene prodotto?

Il latte fresco di pecora è trasferito nei caseificio dove viene immediatamente filtrato e lavorato direttamente crudo ad una temperatura massima di 68°, per non più di 15 minuti. Dopo aver riempito le vasche di coagulazione si aggiunge un fermento particolare chiamato “scotta innesto”, la cui preparazione è a cura del casaro e viene tramandata da secoli. In seguito, è coagulato, utilizzando il caglio di agnello in pasta e, dopo l’indurimento, il casaro procede alla rottura del coagulo. La salatura è fatta a secco o in salamoia e la stagionatura va da 5 mesi, per il formaggio da tavola, a 8 mesi per il formaggio da utilizzarsi grattugiato.

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Pizza con Branzi Stravecchio, Coste, Patate

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Fior di latte km0, Branzi Stravecchio, bietola da costa saltata in padella con burro e aglio, patate bollite.

BRANZI STRAVECCHIO, COSTE, PATATE BOLLITE:

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Disponibile per tutto il mese di Dicembre… da Soffio di Grano!

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Branzi “Stravecchio”

Soffio di Grano & Curiosità – Branzi “Stravecchio”

Branzi "Stravecchio" - Soffio di Grano & Curiosità - Dicembre 2019

Branzi “Stravecchio”

Sicuramente conosci già il famoso formaggio Branzi, ormai diffuso ampiamente tra i più antichi e tipici delle Orobie. Quello che forse non sapevi ancora, è che esiste una versione particolare di questo formaggio, chiamata Branzi “Stravecchio”: se sei un amante dei formaggi saporiti, questo articolo fa per te!

Il Branzi prende il nome dall’omonimo paese dell’Alta Valle Brembana in cui è nata la produzione tradizionale e dove tuttora il latte intero di vacca viene lavorato presso i locali della Latteria Sociale di Branzi Casearia. A proposito, basta ricordare che Il Branzi è inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Lombardia!

E ora, scopriamo qualche curiosità in più su questo straordinario prodotto:

➡️ Nel 1953 Giacomo Midali, casaro di Branzi, perseguì l’obiettivo di produrre tutto l’anno un formaggio di alta qualità, garantita dall’impiego delle tecniche tradizionali utilizzate in alpeggio e dal latte prodotto in valle. Con questo scopo fondò la Latteria Sociale, a cui aderirono molti piccoli produttori, e dalle cui coldere uscirono le prime forme di quel particolare formaggio che i Soci denominarono Branzi.
Sono passati ormai 66 anni da quel momento, ma la sua tipicità, legata alla qualità del foraggio e dei pascoli, è rimasta invariata nel tempo, grazie a un processo di produzione fedele all’originale, e una filiera che ha saputo mantenere le tradizioni e la qualità del prodotto finito.

➡️ Quale è la differenza tra la versione classica e lo “stravecchio”?
Ebbene, come si può intuire dal nome, la principale differenza è data dai tempi di stagionatura: nel caso del Branzi classico essa si limita a 2-6 mesi per la varietà classica, mentre per lo “Stravecchio” si possono raggiungere stagionature anche superiori a un anno.
La stagionatura prolungata è in grado di conferire a quest’ultimo delle caratteristiche molto più marcate, e, in particolare, sapori e aromi molto più intensi, complessi, e caratteristici.

➡️ Si tratta di un formaggio prodotto con il latte montano delle Valli Bergamasche, ed appartiene alla categoria dei formaggi a pasta semicotta. Ha una forma cilindrica, con diametro di circa 36/42 cm e pesa tra i 8 e gli 11 kg, mentre l’altezza dello scalzo è di circa 9 cm.
La pasta si presenta leggermente soda di colore giallo paglierino, con una diffusa “occhiatura”. Il gusto è decisamente saporito, e questa caratteristica lo rende particolarmente indicato nei piatti con la polenta o come antipasto tagliato a dadini.

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